Descrizione
Una grande epopea
sull’esodo mitteleuropeo verso l’America
Per chi ha amato «Galizia»
ecco un altro incredibile
affresco sul destino dell’Europa centrale
Tra XIX e XX secolo, l’immagine della Statua della Libertà attirò moltissime persone attraverso l’oceano. Anche la Galizia – terra molto povera dell’Impero austro-ungarico – venne interessata dal fenomeno che gradualmente si trasformò in una vera e propria ondata migratoria. Contadini, artigiani, venditori ambulanti, originali pensatori ebrei: tutti si mossero alla ricerca di un futuro migliore nella ferma convinzione che «l’Imperatore d’America» li avrebbe accolti a braccia aperte. Attorno a questa speranza si sviluppò presto un business redditizio con molti profittatori: agenti, funzionari, polizia, aziende americane e, non ultime, le grandi compagnie di navigazione – come la Hamburg-Amerikanische-Packetfahrt-Actien-Gesellschaft (HAPAG).
Martin Pollack ci conduce con una narrazione vivace e luminosa all’interno del grande esodo galiziano attraverso storie come quelle del calzolaio Mendel Beck, dell’agente Julius Löwenberg e del potente armatore Albert Ballin… Ci racconta degli eterni perdenti che cercano una vita migliore e dei vincitori di sempre che hanno speculato sulle disgrazie altrui.
Un lavoro incredibile e appassionante che completa con Galizia il racconto del cuore scomparso della Mitteleuropa e si rivela, allo stesso tempo, di grande attualità.
Pollack riesce a condurre magistralmente il lettore in un’avvincente escursione attraverso paesaggi storici a lungo dimenticati mediante atti giudiziari, articoli di giornale e ricerche sul campo.
TAGESSPIEGEL
Eccellente reportage letterario, basato su meticolose indagini e raccontato in modo emozionante.
OBERÖSTERREICHISCHE NACHRICHTEN
Con grande abilità giornalistica, Martin Pollack fa rivivere fatti storici che ha studiato attentamente. Segue il destino dei singoli emigranti, descrive il loro calvario e la dura vita che li attendeva come schiavi all’estero nella costruzione di ferrovie, nelle miniere di carbone e nelle acciaierie della Pennsylvania. Il reportage di Pollack è illuminante, obiettivo, eppure permeato di una trattenuta empatia per quegli eterni perdenti.
DEUTSCHLANDRADIO KULTUR
Martin Pollack, nato nel 1944 a Bad Hall in Austria, ha studiato slavistica e storia dell’Europa orientale. È traduttore dal polacco (vari i reportage di Kapuściński che ha fatto conoscere nel mondo tedesco), giornalista e scrittore. È stato corrispondente dall’estero per la rivista «Spiegel» a Vienna e Varsavia tra il 1987 e il 1998.
Il suo lavoro è stato premiato tra gli altri con l’Ehrenpreis des Österreichischen Buchhandels für Toleranz in Denken und Handeln (2007) e con il Leipziger Buchpreis zur Europäischen Verständigung (2001). Vive a Vienna e Stegersbach, nel Burgenland meridionale. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Topografia della memoria (Keller, 2021), Il morto nel bunker (Keller, 2018), Galizia (Keller, 2017), Paesaggi contaminati (Keller, 2016).
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